Lilya Zilberstein pianoforte
F. Schubert (1797 – 1828)
Sei Momens musicals op. 94 D. 780
Moderato | Andantino | Allegro moderato | Moderato | Allegro vivace | Allegretto e Trio
F. Schubert – F. Liszt (1811 -1886)
Quattro Lieder S. 558
Der Wanderer | Standchen von Shakespeare | Gretchen am Spinnrade | Auf dem Wasser zu singen
C. Czerny (1791 – 1857)
Introduction, variations brillantes et rondeau de chasse op. 202
S. Rachmaninov (1873 – 1943)
13 Preludi op. 32
Note al programma
Ogni brano dei Momens musicals di Schubert cristallizza un particolare temperamento pianistico. Il Moderato è cantabile e l’Andantino è un rondò in cinque sezioni, basato su una canzoncina con un caratteristico ritmo siciliano. Il terzo accenna a una polka nel suo ritmo di Allegro moderato. Un Allegro vivace delinea il quinto pezzo, che si muove con molta energia. Infine, un Allegretto, il cui tema è dominato da un motivo sospirato. La sezione del Trio si basa su una melodia lontanamente legata al saliscendi della siciliana del secondo movimento.
Con le sue trascrizioni, Liszt vuole far conoscere i Lieder di Schubert ad un pubblico più vasto di quello domestico per cui erano nati. Der Wanderer racconta la storia di un viandante che viene esiliato dalla sua patria e si ritrova su una riva fredda. La musica di Schubert guadagna slancio nella sezione centrale prima di tornare alla disperazione dell’apertura. Liszt alza un po’ la posta, introducendo una cadenza pianistica prima dell’introduzione della melodia e aggiungendo alcuni tocchi pittoreschi. Shakespeare scrisse un verso nel Cymbeline in cui un amante si rivolge alla sua amata mentre l’allodola inizia la sua serenata. Schubert mise in musica una traduzione tedesca di questo verso con il titolo Standchen. Il celebre Gretchen è tratto dal Faust di Goethe e descrive la passione della giovane donna risvegliata dalle attenzioni romantiche di Faust. Liszt rispetta molti dettagli della canzone di Schubert, intensificando le figurazioni e i climax per il pianoforte solo. Auf dem Wasser zu singen paragona le gioie passeggere della vita a una barca che scivola sull’acqua scintillante.
I Preludi di Rachmaninov variano nella forma e nella sostanza, esplora i più vasti mondi sonori. Ad esempio, il secondo Preludio presenta un ritmo punteggiato e un’atmosfera piuttosto malinconica ma poi nel terzo i richiami delle trombe evocano una sorta di folle marcia. E ancora, alla calma eterea del n. 5, arricchito da ornamenti delicati come il cinguettio degli uccelli, segue una tempesta, cupa e aggressiva. Per molti, compreso lo stesso Rachmaninov, il decimo preludio è il migliore della serie: cupo e profondo, con i rintocchi delle campane nei bassi, ha un impressionante climax centrale, una cadenza fluida, un ritorno all’apertura e due sospiri finali. Il ciclo si chiude con un brano che ha riferimenti al suo Preludio in do diesis minore scritto 18 anni prima. Inizia e termina con possenti accordi, in grande solennità.
Alessandro Arnoldo